Come cambia la comunicazione nelle imprese di famiglia

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In questo periodo particolare e ancora decisamente criptico, le aziende si ritrovano in un momento di cambiamento obbligato.

Quella che ormai comunenemente definiamo “era Covid19” (da fine febbraio a fine aprile per la fase 1 e poi da maggio in poi nelle ulteriori diverse fasi) sta lasciando a tutti noi un segno tangibile, perché la maggior parte dei business hanno subito, senza volerlo e in molti casi senza esserne pronti, una forzatura importante verso il digitale.

La trasformazione digitale e il cambiamento necessario

La c.d. trasformazione digitale “obbligata” ha generato una serie di azioni e controreazioni per poter affrontare al meglio la realtà che avevamo di fronte.

Giusto per fare alcuni esempi:

  • siamo passati attraverso l’utilizzo di strumenti digital poco o del tutto sconosciuti (software di condivisione e videocall),
  • abbiamo fruito di tv e device mobili in maniera del tutto nuova,
  • abbiamo incrementato la nostra predisposizione agli acquisti online in ottica “sopravvivenza”, visto il lockdown obbligato nelle nostre case.

I nostri mondi si sono in un batter d’occhio trasferiti online; le persone prima e le aziende poi si sono rese conto del nuovo contesto e sono corse ai ripari, cercando di accelerare il proprio grado di digitalizzazione. In questa nuova normalità il digitale è diventato il nuovo fulcro e si è scoperto non più accessorio, ma fondamentale visto che tutto è passato da lì.

La nuova normalità: strategia e piano d’azione

E le imprese familiari non sono state da meno, cercando di affrontare una realtà differente al meglio possibile. Oggi, dopo qualche mese di nuova normalità, il messaggio è quello di cambiare l’approccio verso il digitale e non utilizzarlo solo in chiave accessoria. Si tratta quindi non solo di adattarsi a un mutamento forzato, ma decidere di gestire il cambiamento per non rimanere indietro in questo importante passaggio storico.

Per andare avanti, bisogna fare un passo indietro” è questo uno dei messaggi importanti che nell’agenzia di comunciazione e marketing dove lavoro (The Zen Agency) cerchiamo di trasmettere alle imprese. Bisogna ripartire dalle basi o ,come direbbero gli anglosassoni, “Back to Basics”. Le aziende devono fermarsi un attimo a riflettere sui percorsi, sulle strategie e sui piani d’azione da seguire.

Tracciare la strada significa poter avere una “stella polare” come riferimento, per poter arrivare ai nostri traguardi e capire se e quanto ci stiamo discostando dal progetto (e dai nostri obiettivi). E visto che parliamo anche di digitale, dobbiamo considerare di integrarlo nei nostri piani per focalizzare la nostra attenzione su specifici argomenti e audience.

Rendere più efficaci i 3 livelli della comunicazione aziendale

Ok, ma come possiamo essere più concreti ed efficaci nel nostro modo di comunicare?

In questi mesi ho tracciato, anche con l’esperienza delle imprese con cui stiamo collaborando, alcuni punti focali che vorrei condividere. Oggi si tratta di agire e comprendere in modo che la comunicazione aziendale sia più efficace nelle imprese familiari.

Questi i 3 livelli da considerare:

  1. Dipendenti
  2. Clienti e i prospect
  3. Azienda


1. COMUNICARE CON I DIPENDENTI

Prima di tutto le persone!

E ancora di più in un’azienda di famiglia la comunicazione è un aspetto da non sottovalutare, perchè oltre ai propri ruoli professionali, alla base in alcuni casi tra le persone c’è un legame che va oltre.

Comunicare bene è il primo passo per evitare incomprensioni e fraintendimenti. E i dipendenti sono i primi a poter portare valore alla società dove lavorano e se sono informati bene, costituiscono un asset primario anche verso l’esterno.


2. COMUNICARE CON I CLIENTI E I PROSPECT

Non dimentichiamo mai il nostro business!

I clienti sono la nostra linfa vitale, i prospect sono i clienti del futuro. Entrambi si aspettano una continua relazione con noi e la nostra azienda. Anche se il “vis a vis” e l’esperienza fisica in questo momento son deboli o mancano del tutto, mantenere i rapporti con clienti e prospect è fondamentale per tenere vivi i collegamenti e il ricordo di noi.

Se non comunicate, non esistete. E anche il silenzio è comunicazione.


3. COMUNICARE L’AZIENDA

Raccontiamo il nostro mondo e rendiamolo riconoscibile!

Se i primi 2 punti da considerare riguardano le persone (con chi comunicare), il terzo interessa l’azienda nelle sue molteplici sfaccettature (cosa comunicare). Ripartiamo dalla nostra essenza, anche e soprattutto di azienda familiare e di valore, poniamo l’attenzione sul perchè facciamo le cose, senza dimenticare il nostro marchio e il nostro approccio.

Le nostre storie di famiglia sono le storie delle persone che lavorano, delle persone che interagiscono con noi, delle persone che sono sul territorio e lo vivono tutti i giorni.


In quest’ottica è sempre più importante inserire i 3 livelli di comunicazione in un’opportuna strategia di comunicazione, per costruire passo passo il nostro domani, valorizzando gli uomini e le donne delle nostre realtà, rafforzando o rivedendo la nostra identità e utilizzando al meglio tutti i canali di comunicazione (social inclusi) a oggi disponibili.

L’AUTORE
Simone Ramaccini

Attualmente Project Advisor in The Zen Agency, si dedica alla definizione delle strategie dei clienti in ambito comunicazione/marketing e alla gestione di progetti digitali multicanali e innovativi.

Con un’esperienza di ormai 16 anni tra realtà multinazionali (Gartner & FullSIX) e agenzie di comunicazione (Cayenne, Kora, Grand Union, Matic) al servizio delle aziende, Simone ha affrontato diverse sfide professionali coprendo ruoli manageriali, operativi, gestionali e consulenziali per alcuni dei principali brand italiani.

In questi ultimi anni con il cambio delle abitudini degli utenti e nuovi approcci di contatto delle aziende nei loro confronti, gestisce progetti orientati alla Digital Transformation, con un forte focus sulla centralità dei consumatori e sulla creazione di contenuti sempre più data-driven.